Islanda - Immagini interessanti dal vulcano Askja

Askja

Dall'Islanda arrivano due immagini insolite e molto interessanti, almeno per chi frequenta abitualmente gli altopiani. Ritraggono i vulcani Askja, il vasto anello in primo piano, ed Herðubreið, il "cono" sullo sfondo.
Cosa c'è di strano? C'è che il lago Öskjuvatn, che riempie parte della vasta caldera di Askja, appare pressoché privo di ghiaccio alla fine di marzo. Trattandosi di una regione remota, assolutamente irraggiungibile con mezzi "terrestri" per gran parte dell'anno non esiste una statistica ufficiale sulla presenza di ghiaccio su Öskjuvatn.
Questo lago, 11 chilometri quadrati per 217 metri di profondità, esiste dal 1875, quando una catastrofica eruzione di Askja ha modificato, letteralmente, la morfologia di parte dell'Islanda centrale. Il collasso della volta della camera magmatica, successivo all'eruzione, ha generato la depressione, poi colmata dalle acque. Chi frequenta Askja in estate sa che almeno fino alla fine di luglio è normale trovare la superficie del lago almeno parzialmente coperta di ghiaccio. Il fatto che alla fine di marzo il ghiaccio sia assente, sebbene la neve ricopra abbondantemente tutta la regione, appare quindi insolito.
Dal 1875, epoca dell'ultima grande eruzione di Askja, il suolo nella regione immediatamente circostante il vulcano si abbassa ad una velocità di qualche millimetro all'anno. Questo fenomeno è detto "subsidenza" e, nel caso di Askja, è una delle conseguenze di quella grande eruzione di 137 anni fa: la crosta terrestre si sta ancora assestando e sta compensando l'espulsione di circa 2,5 chilometri cubi di magma.
Askja è uno dei vulcani più interessanti del Pianeta ed è costantemente monitorato attraverso una rete di sensori che misurano l'attività sismica, la composizione dei gas e gli spostamenti millimetrici del terreno. E' notizia recentissima che alcuni strumenti estremamente sensibili abbiano rilevato che in alcuni settori della regione di Askja, per la prima volta da quando gli strumenti sono stati installati, la subsidenza si è arrestata e che, localmente, si registra un modesto innalzamento del terreno. Questo viene interpretato come l'inizio di un nuovo ciclo di alimentazione della camera magmatica.
La scomparsa del ghiaccio dalla superficie di Öskjuvatn, qualora venissero escluse definitivamente cause meteorologiche, potrebbe essere dovuta all'innalzamento della temperatura dell'acqua per cause geologiche. Chi viene in Islanda con noi conosce le sorgenti di acqua calda presenti presso la riva settentrionale di Öskjuvatn. Queste garantiscono, per esempio, la sopravvivenza di alghe termofile, ma la loro portata non è sufficiente, in condizioni "normali", ad evitare che il lago geli durante l'inverno. La situazione attuale è quindi anomala rispetto alla media degli ultimi decenni. Fra gli altri elementi di novità rispetto al recente passato di Askja vengono segnalati gli sciami sismici che da un paio d'anni si osservano con epicentri fra Askja ed Herðubreið.
Avendo a che fare con uno dei vulcani più energetici del Pianeta verrebbe naturale correlare direttamente l'assenza di ghiaccio, il sollevamento del terreno e gli sciami sismici in uno scenario di imminente ripresa dell'attività vulcanica. Sappiamo che non è così e che la prossima eruzione di Askja poterebbe verificarsi fra un anno come fra 500. In ogni caso Askja avrà ben altri mezzi per avvisarci del suo risveglio.
Il nostro primo incontro con Askja per il 2013 è previsto per il 25 giugno. Il 26 raggiungeremo le sponde di Öskjuvatn. Difficilmente potremo notare differenze significative rispetto al passato, ma in Islanda non si sa mai. Trovare le acque di Viti * più calde del solito sarebbe già una bella sorpresa.

* Piccolo e tiepido lago craterico posto subito a Nord di Öskjuvatn. Ci ospita ad ogni estate per fantastici bagni in pieno deserto artico.

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