Avvicinamento alle Isole Faroe


Isole remote da ogni punto di vista. Lontane, sperdute, fuori dal tempo e anche dallo spazio a noi familiare. Sono abitate da un popolo strano, multicolore. Parla una lingua che sembra un esercizio a chi produce i suoni più buffi. Quando li produce. Sì perché due faroesi possono stare uno di fronte all'altro in silenzio per ore. E' facile per chiunque provenga da un altro paese pensare di aver a che fare con persone scontrose o inospitali. Non è così ma 500 chilometri di oceano per secoli e secoli hanno plasmato un linguaggio - nel senso più vasto del termine - completamente diverso da quello dell'Europa continentale e dell'America. Pensano, percepiscono il tempo (e quindi la fretta, il ritmo, le stagioni, le relazioni) in modo diverso da noi. Per questo è importante avere un "interprete", possibilmente locale, che aiuti a comprendere una terra, una cultura, uno spazio tanto lontani da ciò che siamo abituati a vivere quotidianamente.
Le Isole Faroe sono fatte di scogliere inaccessibili, creste affilate come lame, villaggi costieri in cui la vita assomiglia a quella di una base lunare: nessun contatto diretto con il resto del mondo, silenzio assoluto, autosufficienza forzata (materiale e mentale).
Sono Isole verdissime, frutto di una storia geologica affascinante che le lega, non solo culturalmente, alla sorella Islanda. Il mare è tutto, vita, morte, sostentamento, fuga e prigionia. L'Oceano Atlantico qui produce giochi incredibili. La corrente, per esempio. Quando ti allontani dalla capitale Tórshavn inevitabilmente attraversi un ponte su un fiume impetuoso. Al ritorno, poche ore dopo, il fiume scorre in senso opposto. Un'illusione? Mi sono perso? Forse era un altro ponte? No, in realtà quello non è un fiume ma un braccio di oceano che separa due isole, Eysturoy e Streymoy, e quella è la corrente di marea, cambia verso ogni sei ore. Raggiunge i 14 metri al secondo. Se sei in mare e non hai un motore potente questa corrente ti trascina a miglia e miglia di distanza dalla tua isola. Per questo i faroesi sono marinai straordinari.
A proposito di Islanda. Quando il "default" ha travolto i fratelli islandesi nel 2008 il parlamento faroese ha deliberato un prestito da 40 milioni di Euro a favore dell'Islanda. Un'enormità se si considera che alle Faroe vivono solo 48 mila persone. Soldi faroesi, non danesi. E' una lunga storia, ma l'origine di questa decisione va cercata nella solidarietà che deriva dal comune, atavico desiderio di indipendenza dalla matrigna Danimarca. L'Islanda, nel 1944, ce l'ha fatta, le Faroe no. Nel momento di massima debolezza della nazione Islanda, e di fronte al rischio che l'Isola potesse cadere di nuovo sotto il controllo dichiarato o subdolo di altre nazioni, i faroesi hanno scelto di tassarsi, correndo il rischio di rimetterci, per un ideale sempre vivissimo di libertà. Briciole di fronte alla voragine lasciata dalle banche private islandesi, ma dal punto di vista simbolico questo gesto resterà inciso nella storia delle relazioni fra i due popoli.
90° EST ha in programma un viaggio alle Faroe dal 19 al 26 giugno 2019.

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